La chirurgia mininvasiva cerebrale è sempre più utilizzata, anche per quanto riguarda interventi cerebrali o spinali.
Negli anni si sono sviluppate (e continuano a svilupparsi) tecniche sempre nuove, che offrono numerosi vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale, come:
La chirurgia cerebrale mininvasiva (anche detta neurochirurgia mininvasiva) si pone come obiettivo principale quello di ridurre al minimo il trauma al cervello durante l’intervento.
Prevede la creazione di accessi ridotti o l’utilizzo delle vie naturali (come quelle nasali) e strumenti specializzati per raggiungere l’area bersaglio.
Ciò riduce la necessità di aprire il cranio in modo esteso, riducendo così il rischio di danni cerebrali e la cicatrice chirurgica, accelerando la guarigione del paziente.
Queste tecniche possono essere utilizzate per:
Tutto questo è reso possibile dall’impiego di tecnologie avanzate quali sistemi di neuronavigazione che permettono di raggiungere la lesione con piccole incisioni e piccole craniotomie.
Uno dei metodi più comuni nella chirurgia cerebrale mininvasiva è la neuroendoscopia, in cui si inserisce un endoscopio attraverso un piccolo foro nel cranio per visualizzare e trattare lesioni o condizioni cerebrali.
In maniera simile, anche se in modalità differenti, si può intervenire in maniera mininvasiva per trattare una vasta gamma di disturbi spinali, come:
A differenza della chirurgia tradizionale che richiede un’ampia apertura del dorso, la chirurgia spinale mininvasiva utilizza piccole incisioni e strumenti specializzati per accedere alla colonna vertebrale.
Questo approccio riduce il trauma dei tessuti circostanti e permette una guarigione più rapida rispetto alla chirurgia tradizionale.
Le tecniche mininvasive, che sono ampiamente utilizzate presso il nostro centro, consentono il rapido recupero postoperatorio, con la precoce mobilizzazione del paziente (già il giorno successivo l’intervento) ed una rapida dimissione. Riducendo il discomfort e il dolore postoperatori, queste tecniche consentono la precoce ripresa delle normali attività quotidiane.
In alcuni casi si richiede una riabilitazione post-operatoria per supportare i pazienti nel recupero funzionale cerebrale o spinale.
La riabilitazione può includere terapie fisiche, occupazionali o del linguaggio, a seconda delle esigenze individuali del paziente.
Sono diverse le metodiche che consentono di migliorare la precisione e la sicurezza durante gli interventi chirurgici mininvasivi cerebrali e spinali.
Questi approcci avanzati includono:
Queste tecniche forniscono ai neurochirurghi strumenti diagnostici di precisione e informazioni in tempo reale durante l’intervento, consentendo di proteggere le aree vitali del cervello o della colonna vertebrale e di rimuovere con precisione i tumori o trattare le condizioni patologiche.
Grazie ai grandi progressi della neurofisiologia, oggi possiamo monitorare, in tempo reale e durante tutto il corso della procedura chirurgica, l’attività di determinate funzioni cerebrali. Grazie al monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio siamo in grado di ridurre al massimo il rischio di sequele postoperatorie e di deficti neurologici dopo l’intervento, permettendo al chirurgo di eseguire intervento complessi in sicurezza
La chirurgia mininvasiva cerebrale con paziente sveglio nelle aree del linguaggio è una procedura innovativa utilizzata per il trattamento di patologie cerebrali che coinvolgono funzioni linguistiche cruciali.
Chiamata anche Awake Surgery, durante questo tipo di intervento il paziente è sveglio e collaborativo, mentre il chirurgo lavora per rimuovere o trattare il tessuto danneggiato.
Questo aspetto consente di mappare accuratamente le aree del cervello coinvolte nel linguaggio, evitando danni permanenti e minimizzando il rischio di complicazioni.
Durante l’intervento, al paziente possono essere sottoposti test linguistici e stimolazione diretta delle aree del cervello coinvolte nel linguaggio per valutarne la funzionalità in tempo reale.
La mappatura cerebrale delle aree eloquenti è fondamentale durante gli interventi chirurgici che coinvolgono regioni cerebrali responsabili delle funzioni vitali, come il linguaggio, il movimento e la percezione sensoriale.
Per identificare con precisione tali aree ed evitare danni permanenti al paziente, vengono utilizzate diverse tecniche, tra cui:
La risonanza magnetica funzionale (fMRI) è una tecnica di imaging non invasiva utilizzata per rilevare le aree cerebrali attivate durante l’esecuzione di compiti specifici.
Viene impiegata sia a scopo clinico che di ricerca per mappare le regioni cerebrali funzionalmente importanti.
L’elettrocorticografia, invece, è un’estensione della registrazione EEG, che elimina l’attenuazione e la dispersione dei potenziali elettrici causati dalla presenza del cuoio capelluto e del cranio.
Durante l’ECoG, vengono posizionati elettrodi sulla corteccia cerebrale per registrare l’attività elettrica delle diverse regioni. Ciò consente ai chirurghi di identificare le aree attive durante le attività cognitive, come la produzione del linguaggio o la comprensione.
La fluorescenza intraoperatoria è un’importante tecnica che prevede l’uso di coloranti fluorescenti che vengono somministrati al paziente prima dell’intervento chirurgico.
Questi coloranti tendono ad accumularsi nelle cellule tumorali e, quando esposti a una luce specifica, emettono una fluorescenza distintiva.
La fluorescenza intraoperatoria è particolarmente utile nella distinzione, dunque, tra tessuto tumorale e tessuto sano durante l’intervento, migliorando così l’efficacia della rimozione del tumore e riducendo il rischio di danni alle strutture neurali circostanti.
Il sistema di acquisizione intraoperatoria 3D Medtronic O-Arm2 rappresenta una soluzione avanzata per la chirurgia spinale e cranica di precisione.
Questo sistema fornisce immagini tridimensionali ad alta risoluzione durante l’intervento chirurgico, consentendo ai chirurghi di visualizzare in tempo reale le strutture anatomiche coinvolte, consentendo approcci chirurgici avanzati e fornendo informazioni aggiuntive per procedure complesse.
Ciò offre una maggiore precisione nella pianificazione e nell’esecuzione dell’intervento, riducendo al minimo il rischio di danni a nervi o vasi sanguigni.
Tra gli strumenti diagnostici e guide di precisione utilizzati durante gli interventi chirurgici nel sistema nervoso riscontriamo:
La neuronavigazione fornisce immagini dettagliate e in tempo reale del cervello o della colonna vertebrale, consentendo ai chirurghi di visualizzare con precisione le strutture anatomiche e di pianificare l’approccio chirurgico in modo accurato.
L’ecografia intraoperatoria, invece, utilizza ultrasuoni per fornire immagini ad alta risoluzione delle strutture cerebrali o spinali durante l’intervento chirurgico.
Queste tecnologie avanzate aiutano i chirurghi a identificare con precisione il percorso migliore e a monitorare i progressi durante l’intervento, migliorando la sicurezza e l’efficacia complessiva della procedura chirurgica cerebrale e spinale.
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